Alanis Morissette: Alanis Morissette, felice senza più confusione
  
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05/05/2004: News - Interviste e dichiarazioni
 Alanis Morissette, felice senza più confusione
Intervista completa per Kataweb

di Giorgio Casari

Alanis Morissette è in Italia, "un paese che amo particolarmente e che ho visitato fin da bambina", in occasione dell'uscita di Everything , primo singolo tratto dal nuovo So Called Chaos, in pubblicazione il 14 di questo mese. Un album che supera, nelle intenzioni dell'artista, i dolori e le analisi un po' spietate (verso se stessa) del passato e arriva a proporre un percorso di ricostruzione, di positività per nulla celata. Da questa rinascita sono partite le sue parole, per poi approfondire temi come l'impegno sociale e le differenze culturali fra America e vecchia Europa.

Una prima notazione, magari un poco frivola. Ha tagliato i suoi capelli, dopo tanti anni.
"Beh, è un segno di cambiamento anche questo, non è vero (sorride, ndi)? In realtà con So-Called Chaos ho sentito ancora più forte l'esigenza di fotografare questi mutamenti nella mia vita, per aiutare pure che mi sta intorno, partendo dalla mia esperienza".

Quindi continua a pensare al valore terapeutico della musica.
"Credo che un artista abbia la capacità di trasmettere valori, cose in cui crede e nello stesso tempo che la musica sia una delle arti più comunicative. Attraverso il canto e le parole io non mi sono mai tirata indietro e ho tentato di trasmettere stati d'animo precisi. Non ho intenzioni pedagogiche, intendiamoci. Sono però sicura che serva mostrare come si può uscire dalle difficoltà, dai problemi, con una certa dose di ironia, se vogliamo".

Ha accettato la modifica di una parola nel pezzo 'Everything', perché si potesse più agevolmente trasmettere in radio. Non sente questo come una contraddizione rispetto alle possibilità comunicative di cui ha parlato?
"Sicuramente è un compromesso ma permette alla sostanza di ciò che ho scritto di arrivare al numero maggiore di gente possibile. Inizialmente non volevo assolutamente toccare la canzone, poi ho pensato al fatto di doverla addirittura 'buttare' e ho scelto il male minore".

Lei vive negli Usa ma è a tutti gli effetti canadese. C'è un passo nel film 'Bowling A Columbine' di Michael Moore in cui si mostrano differenze lampanti fa Canada e Stati Uniti, per esempio nel fatto che da voi molti degli usci delle case non sono mai chiusi a chiave.
"E' così. Da brava trapiantata io non lascio aperto il portone nemmeno per buttare l'immondizia ma in Canada c'è una disponibilità e un attivismo sociale che negli States non esiste. Purtroppo te ne accorgi solo quando ti trovi lontana da casa".

Ritornando al nuovo disco e al suo titolo, lei pensa quindi che dal caos si possa generare l'ordine?
"Credo proprio di sì. Dalla confusione dovrebbe nascere quel travaglio interiore che poi permette a ognuno di noi di migliorare. Per me è andata così, almeno...".

Lei continua a praticare l'analisi?
"Sono in analisi da quando ho quattordici anni. Non ho mai smesso ma sono passata da un terapia più 'invasiva' a una forma più descrittiva, in cui cerco di individuare i miei obbiettivi, umani e artistici per fare passi in avanti".

Quali sono i riferimenti musicali stretti di 'So-Called Chaos'?
"Ce ne sono tantissimi, dalla etnica all'hip hop alla classica...".

Spesso si è schierata a favore di un attivismo sociale senza credo ideologici. Ha in questo momento qualche priorità al riguardo?
"Dipende, davvero, dalla giornata. Mi viene comunque in mente una campagna per impedire a Bush di aprire pozzi petroliferi in Alaska, a cui ho aderito, per esempio, insieme ai Beastie Boys".

E del femminismo contemporaneo che opinione si è fatta?
"Credo che le donne abbiano ottenuto risultati significativi nella loro battaglia per l'uguaglianza e che oggi si parta dalla parità per mostrare una sensibilità differente, interessante, su cui coinvolgere anche gli uomini. Potrebbe essere questa una forma di femminismo, costruttivo e legato al dialogo".

Un'ultima parola sulla situazione in Iraq. Dagli Usa lei come la percepisce?
"Sono allergica alle forme di nazionalismo che trascendono semplicemente l'orgoglio di un Paese. Essendo canadese e non coinvolta direttamente, vedo i fatti che stanno capitando con l'ottica di chi rispetta la sovranità di ogni stato".

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